Il Messico

Superficie: 1 958 201 km2

Popolazione: 103 460 000 ab

Densità: 5,3 ab./km2

Capitale: Città del Messico

Ordinamento: repubblica federale

Lingua: spagnolo, idiomi amerindi

Religione: cattolica

Moneta: peso messicano

Pil/ab : 10’235$ USA

Isu 0,842 (51°)

 

ASPETTO FISICO E CLIMA

Il Messico è prevalentemente montuoso, è infatti costituito da una serie di catene montuose chiamate “sierre” che si sviluppano parallelamente alle coste. Esse sono affiancate da una pianura costiera sul lato atlantico, mentre su quello pacifico scendono a precipizio o a gradoni, quindi rocciose.

Altra caratteristica del Messico è la “mesa”, l’Altopiano del Messico che si estende fra la Sierra Madre Orientale e quella Occidentale.

Al confine con gli Stati Uniti, scorre il Rio Grande: uno dei pochi fiumi importanti di tutta l’America Centrale, solitamente a regime irregolare e interrotti da cascate. All’interno degli altipiani, si alternano diversi bacini lacustri come quello di Chapala.

Il clima è generalmente tropicale, con umidità e alte temperature, particolarmente arido nelle aree desertiche o steppiche del Nord dello Stato.

 

POPOLAZIONE E CITTA’

La popolazione messicana è costituita da 103 460 000 abitanti, il cui 60% Meticci (coloro che sono nati da un bianco europeo e un amerindo) e il 30% di Amerindi, nativi del posto. Entrambe le etnie praticano prevalentemente la religione cattolica, diffusasi durante il periodo della colonizzazione.

Il Messico ha subito, come tanti altri stati, un aumento demografico elevato: dai 30 milioni ai 100 attuali. Contemporaneamente si è ingrandita anche la capitale, testimonianza del forte squilibrio urbanistico. Città del Messico, infatti, è prevalentemente urbana (genericamente i ¾ della popolazione abita le città), ma ci sono contrasti fra il ricco centro e la periferia costituita da baracche. Città del Messico, fra ricchezza e povertà, si candida fra le città più popolose del mondo con centri politici, della finanza ed economia. Guadalajara è, invece, un importante centro industriale, mentre Veracruz è la più antica città coloniale e porto principale dello Stato ed infine Acapulco è un centro turistico, conosciuta come località balneare.

 

ATTIVITA’ ECONOMICHE

La privatizzazione delle imprese statali, l’aumento dei commerci con gli Stati Uniti (80%), Unione Europea, Brasile e Cile, hanno portato a un incremento del PIL e un conseguente maggior benessere dello Stato.

Il Messico gode di importanti materie prime: è ricca di giacimenti di idrocarburi nel Golfo del Messico e nel sottosuolo produzioni di argento e piombo.

In agricoltura prevalgono produzioni di mais e fagioli (consumo interno), mentre per l’esportazione si coltivano piante industriali tessili, caffè, banane, cacao e canna da zucchero.

Il settore secondario (26%) ha sviluppato le industrie siderurgiche, petrolchimiche e meccaniche, nonostante sia diversificata in molti campi. Una delle novità sono le maquiladoras, cioè fabbriche che assemblano componenti elettriche, meccaniche o tessili.

Il settore terziario (56%) è poco sviluppato rispetto ad altri stati e si basa principalmente sul turismo.

 

PROBLEMI ED INFORMAZIONI PECULIARI DELLO STATO

Il Messico è una repubblica federale di tipo presidenziale formata dal Distretto federale della capitale (Città del Messico) e da 31 stati. Solo negli ultimi anni, dopo una profonda crisi, lo Stato sta iniziando a modernizzarsi con riforme in campo sociale, economico e politico. Purtroppo però, esistono tuttora: lo squilibrio evidente fra ricchi e poveri, l’impoverimento dei contadini e la diffusione della criminalità. Molti cittadini messicani si sono trasferiti negli Stati Uniti, ma non regolarmente. La maggior parte della povertà colpisce le comunità indigene e si è voluto tutelarle con la Ley Indigena (2001) che lascia maggior autonomia agli Stati in cui esse sono presenti.

Se prima il Messico politicamente era legato agli Stati Uniti, ora lo è per commercio: insieme al Canada, infatti, i tre stati hanno dato inizio a un progetto di libero scambio costituendo la NAFTA.

E così mantiene ancora contatti con gli antichi stati che lo governavano; il Messico, infatti, diventa indipendente nel 1821 combattendo una guerra contro la Spagna che l’aveva colonizzato nel 1513 con Hernàn Cortès e i suoi conquistadores. All’epoca lo stato era abitato dalle civiltà precolombiane (Mayas e Aztecas) che vennero sottomesse e combattute con le armi, fino ad arrivare alla situazione attuale di pochi gruppi di amerindi sparsi.

Dopo l’indipendenza, però, il Messico rimane instabile socialmente e politicamente. Attorno al 1876 scoppiarono diverse rivolte nel territorio e quell’anno Diaz attuò un colpo di Stato dando inizio a guerriglie rivoluzionarie guidate da Emiliano Zappata e Pancho Villa.

Nel secolo successivo, precisamente nel 1938, nacque il Messico moderno, caratterizzato dalla riforma agraria e dalla nazionalizzazione dei comparti produttivi. Nonostante tutto, però, ancora oggi si trova in una situazione non florida che nemmeno i diversi governi succedutesi hanno saputo risolvere.

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